domenica 10 febbraio 2013

Elsa Morante e il suo Angelo

 C’è una scrittrice che ho imparato ad amare e che mi ha posseduta a lungo: è Elsa Morante.

Nel 1938 Elsa era appena una ragazza, aveva solo 25 anni, eppure la sua scrittura aveva già costruito piccoli capolavori, racconti che poi verranno pubblicati  nella raccolta Il gioco segreto. Via dell’Angelo è uno di questi. Via dell’Angelo è la riscrittura di un sogno.




La via saliva di sghembo, e il sole, fatto più chiaro da quel colore dei muri, vi batteva da cieli sereni e freschi. Essa era detta “dell’Angelo”, a causa di una statua di pietra, dalle gigantesche ali ripiegate, che si drizzava all’incrocio. Era un’informe figura, decapitata e monca, in atto di avanzare su larghi piedi anneriti. Ogni memoria si era perduta riguardo alle sue origini; forse era un antico Gabriele recante l’annuncio, avanzo di una chiesa distrutta, o forse una Vittoria, preda simbolica di battaglie. Ma si aggirava la voce che fosse un vero angelo, che Dio aveva scacciato dal Paradiso in seguito a qualche colpa grave, e condannato alla terra.



In questo racconto la protagonista, una giovane cresciuta in convento, conosce l’angelo decaduto e vive con lui una notte che ha tutto il sapore e il colore dei sogni. Nel suo diario Elsa annota scrupolosamente le visioni notturne che poi ritroviamo, opportunamente rielaborate, nei suoi racconti. E la cattedrale, splendida e dolorosamente irraggiungibile di Via dell’Angelo, non era altro che la traccia luminosa di un sogno.



23 gennaio 1938

Che miracolo il sogno! Ora capisco da dove è nata la grande e ombrosa cattedrale del mio. […]
Che il segreto dell’arte sia qui? Ricordare come l’opera si è vista in uno stato di sogno, ridirla come si è vista, cercare soprattutto di ricordare. Ché forse tutto l’inventare è ricordare.  (Diario 1938)


Consiglio a tutti la lettura dei racconti giovanili di Elsa Morante, sono piccole pietre lucenti che racchiudono ancora tutta la poesia e il tormento di una donna fragile e incantevole. Si trovano nella raccolta Lo scialle andaluso, Einaudi, e in Racconti dimenticati della stessa casa editrice.

1 commento:

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