domenica 29 dicembre 2013

fino alla fine del mondo

Ho camminato fino all'alba, i piedi distrutti, le scarpe piene di fango secco. Ho guardato la sagoma delle case, erano rettangoli di buio contro al sole opaco, là in fondo.
Ho camminato piangendo. Non avevo altro che le mie gambe. Mi avrebbero retto ancora?
Lo sapevo che avevo perso tutto, il tuo amore, la mia casa, i miei amici.
Barattando le mie speranze per un po' di gloria.
Sono un uomo o sono un vecchio? Faccio fatica a andare avanti. Un semaforo lampeggia.
É un occhio allucinato, forse anche lui dovrebbe dormire un po' di più.
Il cielo si spezzava in centinaia di nuvole. Ogni nuvola rifletteva un istante della mia povera vita:
io bambino
io che rido a mia madre
le sue mani chiare, come petali
mio padre
la casa distrutta
le pentole sporche
il vento
il vento ha rotto ogni cosa.
Io ragazzo
lei con me
i prati grigi della città
le strade lunghe quando è notte.
Il giorno in cui ho sbagliato tutto
il suo viso stropicciato
le sue labbra che dicono Vattene
le rughe sul mio viso.

Camminerò ancora, fino a che non avrò capito tutto. Camminerò e uscirò da questa periferia, ci saranno i campi e il sole brillerà sul gelo di questa pianura. Fino alla fine del mondo. Laggiù ci sono le colline e tutti i miei ricordi si apriranno. Fino alla fine del mondo. Forse, allora, capirò.


Foto Milena Poggio




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