venerdì 20 marzo 2015

La morte del libro

Pubblichi quindi esisti.
Pubblichi e il tuo ego cresce e si autoalimenta.

Non pubblichi, quindi non ci sei.
Non pubblichi, eppure le tue storie vivono in te,
i tuoi personaggi combattono le loro battaglie,
dentro parole luminose
e pause dense di ombre.

Ma per gli altri non ci sei.
Non sei stato abbastanza bravo,
non hai saputo vendere i tuoi sogni,
puoi anche tacere,
grazie
e arrivederci.

L'editore, in fondo,
ha sempre ragione
e il lettore non legge più.

Il libro è morto?
Amici, parenti, compagni di avventure,
voi lo sapete?

Certo che no, mi direte.
Il libro esiste,
il libro resiste.

Eppure quante storie profonde e magiche sono state scartate,
giudicate mediocri,
e quante pagine mediocri
sono state pubblicate.

I posteri parleranno di noi?
Per cosa ricorderemo questi anni?
Per le epopee popolari,
per le trilogie sessuali.

Mi dispiace signori,
ma io, allora, preferisco dimenticare.



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