martedì 16 febbraio 2016

Il mare

Quanto mi mancano le tue parole. A volte penso che non sia vero, che non ci sei più. Che non sei più qui. E cammino e non mi riconosco, perché tu non ci sei. Sei nell'aria.
Posso fare chilometri, attraversare città, periferie che hanno dimenticato il loro nome, vie affollate, deserti d'asfalto senza memoria, ma non ti troverò. Non ti troverò più. Qui. Resta qualcosa di te, io lo so, ma brucia la tua fotografia dentro di me. Tu e tutta la tua storia.
Sorridevi e non sapevi cosa sarebbe accaduto.
Quanto sono inutili adesso le mie storie, non ci sei più tu a leggerle.
Nella mia mente si confondono tutti i pezzi delle mie vite. Non ho avuto una sola vita, ne ho avute molte. Sono stata tante e diverse persone.
Ora quei ricordi tornano, a tratti, come onde.
Tu e tutti gli altri siete affondati nel mio mare.
Non posso annegare. Io nuoterò.
E il cielo
e il mare
e l'affanno
e la quiete dell'abbandono
non mi porteranno giù.
Lo prometto,
io nuoterò fino alla fine dei respiri.
Stanca, indebolita, con il cuore malato; eppure così viva, ancora.
Così sconvolta dalla luce,
sempre diversa, sull'acqua.
E tu, e voi, mi accompagnerete con i vostri sorrisi. Io li ricordo tutti i vostri sorrisi. Se potessi dipingerli, raccontarli, per un momento, voi sareste di nuovo qui, con me.






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