martedì 17 maggio 2016

L'acqua, ancora una volta.

Scrivo per i giorni che ho perso, per l'ombra che abbraccia il mio corpo, adesso.
Mi faccio seppellire dalle piccole pietre del fiume.
I pesci mi troveranno, sfioreranno le mie gambe, come quando ero bambina e giocavo con loro.
Muoverò ancora ogni muscolo. Ogni movimento è una scoperta, per me, ora.
L'acqua è fredda e verde, mi ricorda quella volta, in cui tu mi hai detto che era finita. Il mondo perse tutte le tonalità calde, il giallo, il rosso, l'arancio. Ero rimasta da sola, c'erano solo gli specchi e il gocciolio del rubinetto, in cucina.
Ma adesso è tutto diverso, io sono qui, come nuova, nel fiume.
Gli alberi respirano sconvolti dalla loro rinascita, sono nel pieno della loro giovinezza e io non posso che piangere. Per loro, per me, per lei, per te. Piango per tutta la nostra fragilità. Siamo così deboli, siamo così soggetti alla decadenza, alla malattia, alla perdita. Eppure abbiamo sempre il desiderio di farcela. Ora mi immergo. Ritornerò, un giorno. E sarà uno spettacolo.


Julie De Waroquier



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