sabato 24 febbraio 2018

Ricordo l'inverno e quel viaggio

Partii all'alba, dimenticando i giorni dell'abbandono. Il treno viaggiava lentamente nella neve, i miei ricordi erano congelati ed io ero tornata ad essere vento. Avevo occhiaie profonde e il mio sguardo annegava.
Uno straniero mi offrì un sorso di vodka, parlava della sua famiglia dispersa.
Lo ascoltai pensando alla mia. Pensando alla mia casa sepolta nel ghiaccio.
Mi chiese il mio nome.
Io inventai una storia su di me. Gli parlai del sole, del grano, del profumo delle pesche mature. Ma lui non mi credette. Tacque.
Ed io mi addormentai sognando papaveri.

 Emiliano Maldini



mercoledì 7 febbraio 2018

L'amour toujours

Io non sapevo di te, ti cercavo, ma non ti conoscevo. Eri lì, a pochi passi da me.
Ballavi e bevevi e non credevi che un giorno, io e te, avremmo pianto insieme, costruendo una casa fatta di foglie e parole.

Camminavo per i Murazzi, Torino era liquida, una città allagata, sogni ovunque, le stelle erano finite nel Po. Forse potevo andarle a prendere. 
Camminavo sul bordo del fiume e ti incrociai. 
Io con una storia sbagliata, tu con un'altra.
Io e te. 
Io avrei voluto ricominciare tutto da capo. Distruggere la mia casa di cartone, tornare alla terra, respirare.
Tu stavi con lei, ma ti sentivi soffocare. Era tutto già scritto, tutto troppo ovvio.
Io avevo i segni del dolore in faccia, come un'ombra che non va via.
Ogni notte speravo di sopravvivere a lui e a me stessa.
Tu avevi i segni della noia, una maschera che non riuscivi a toglierti.
Ci guardammo e andammo avanti.
Non sapevamo niente di noi, non sapevamo della nostra storia. Quando tutto si sarebbe capovolto.
Io e te, in una stanza.
Io e te.