domenica 19 dicembre 2021

Il pittore delle onde

 Si avvicinava Natale. 

Un Natale freddo, le mascherine a segnare i volti, ma ancora, intatta, la voglia di abbracci. La voglia di stringere, di accarezzare. 

Le vie del centro erano piene di specchi, vetrine con luci di candele, bambole esposte con gli occhi di vetro e i capelli morbidi, la Mole brillava, come fosse sommersa dalle acque in una notte di luna.


 


Io camminavo assorta, in un sonno vigile. 

Lui mi fermò.

- Ho appena finito di dipingerlo - disse.

Era un uomo con i capelli lunghi, bianchi, la barba di qualche giorno, gli occhi sembravano aver visto albe migliori.

Mi porse dei piccoli dipinti, raffiguravano lo stesso paesaggio preso in momenti diversi della giornata. Una spiaggia, un'onda, un volo di gabbiani.

Eppure erano tutti diversi. L'onda non era mai la stessa, la luce sull'acqua mutava, il cielo non era mai lo stesso cielo, come me, come lui, come la vita.

Infinite piccole mutazione avvengono ogni istante. In noi, nel mondo.

E questo il pittore delle onde lo sapeva. 

Aveva visto quel mare per quanto tempo? Per giorni? Ore o istanti?

Dipingeva infinite volte quell'angolo di mondo, eppure non era mai uguale.

Cosa hai perso laggiù? Un amore, un destino, un ricordo?

- Ne compro due, grazie, sono molto belli -

Sorrisi.

Iniziò a nevicare, mi allontanai con le due istantanee tra le mani e per un momento mi vidi lì, davanti a quel mare in un tempo lontano.

Ma fu solo un istante, mi voltai per salutarlo, ma non c'era più.

Cristalli di ghiaccio al suo posto sulla strada e una luce lontana, azzurra, di mare avvolgeva la via, come un'onda.