lunedì 15 febbraio 2021

White dream

Giocavamo con il ghiaccio, quell'inverno. La neve diventava il nostro sfogo preferito. Le mani nel bianco, il sorriso di Lena e le canzoni che ci cantavamo per non sentire tutto quel silenzio assordante e crudele.

Correvamo fino alla fine della via, questo ci era concesso.

La neve sotto le nostre scarpe, come un dolore attutito.

Io e Lena su e giù, fino allo sfinimento, vinceva chi resisteva di più.

L'alito fuori in nuvole leggere, la mascherina bagnata, le nostre madri che ci guardavano dalle finestre, le luci accese nelle case, come fortezze lontane.

Volevo sfinirmi per non pensare.

Non pensare ai segni che mi aveva lasciato quell'anno. Ferite interne che non guarivano, perdite, silenzi colpevoli da chi credevo amico, bombe carta sulle mie favole. I miei personaggi erano volati via, tutti nell'aria come inutili fantocci. Senza anima.

E Lena come sostegno.

- Non ti fermare - mi diceva - O vincerò io! -

La via deserta, la neve fuori e dentro di noi, il mondo impazzito e le nostre mani a reggerci, per non cadere, per non cadere più.