portami via.
Annegami da qualche parte.
Primavera,
sono un fiore molle d'acqua.
Vado giù,
i miei petali, le mie braccia,
così bianche, così pesanti.
(Ancora ricordo le siepi fiorite di bianco della mia infanzia e i miei giochi, tra le nuvole e il cielo, così sproporzionato, così infinito. Ancora ricordo il viaggio verso Ovest. Io e quel ragazzo, un po' temevo per lui, un po' per me. Forse sarebbe morto, forse non ce l'avrebbe fatta. Il vento, lì a Le Conquet era troppo violento. E i fari nella notte mi ripetevano che sarei sopravvissuta un'altra volta. Il verde dei prati lì era diverso. Verde come nei sogni o nelle favole. Io e l'erba. Respiro e so che posso farcela.
Ancora ricordo la mia pancia gonfia, non sarò mai più come prima. Accarezzavo la pancia, dentro c'era una ninfea o una sirena. Piangevo guardando le gemme aprirsi lentamente sugli alberi.)
Primavera,
portami via.
Con tutti questi pensieri.
È la vita che conta,
non perdere le gocce di pioggia, apri le mani,
lascia scorrere la linfa in te,
come allora,
come adesso.