domenica 21 aprile 2024

Scrivere d'amore è scrivere di te

 Scrivere d'amore è scrivere di te, 

del respiro del vento,

del dolore del rimpianto, 

dello scorrere dell'acqua sull'erba.

L'amore lo senti,

è una musica che non se ne va dalla testa, 

ti accompagna tutto il giorno

e la ritrovi di notte, nei sogni, 

trasformata in colori e luci.

L'amore l'ho visto, l'ho annusato, l'ho toccato,

l'ho ascoltato, l'ho assaporato.

Nel corpo e nella mente,

un abbraccio che si scioglie e diventa calore.

L'amore sopravvive alla guerra e alla morte, 

continua disperato fino a che c'è il respiro.

Fino all'ultimo momento, 

l'amore resta.





venerdì 29 marzo 2024

Le ali

 Un tempo avevamo le ali. Ognuno aveva ali diverse; alcuni le avevano fatte d'acqua e silenzio, altri le avevano fatte di foglie, altri di legno, di acciaio, di terra, di fuoco. 

Ogni persona aveva una sfumatura diversa degli elementi nelle sue ali.

Com'erano le tue?

Erano fatte di luce al tramonto?

Com'era volare?

Lo ricordi?

Io ho un solo vago ricordo di allora, era tanto tempo fa, all'origine del nostro tempo.

Ricordo il bosco e le gocce d'acqua sulla mia pelle, ricordo le mani di mio padre, le braccia di mia madre, le luci notturne delle ali di mia sorella, luci mutevoli, in trasformazione.

Ricordo il nostro nido distrutto dal dolore e poi ricomposto lentamente, giorno dopo giorno.

Ricordo la nostra lenta risalita verso il sole.

Un giorno, amore mio, ritroveremo le nostre ali.

Quando tutto ci sembrerà finito, sarà allora che, come all'origine, le sentiremo crescere in noi. Sarà bello ritrovarti, amore. Voleremo senza le paure di adesso, senza i vincoli e le catene. Saremo liberi.

Allora potrò vederle le tue ali e capirò tutto, senza chiedere, senza parlare.







domenica 3 marzo 2024

Le porte

 Ci sono porte nella mente. Porte che rimangono chiuse per decenni, porte che si temono eppure potrebbero nascondere meravigliosi giardini.

Talvolta le guardiamo con sospetto. Sappiamo che ci sono, che fanno farte di noi, ma non osiamo aprirle.

A volte abbiamo perduto la chiave, altre volte l'abbiamo nascosta noi, in luoghi inacessibili.

Le porte hanno forme bizzarre. Rappresentano parzialmente il luogo che nascondono.

Ci sono porte di ghiaccio, incrostate di dolore, porte di legno intarsiato di ricordi, porte di vetro trasparente, porte rosse, verdi, blu, gialle, porte nere.

Talvolta capita di ritrovare le chiavi dopo un lungo dolore.

La chiave della mia porta rossa era una fiamma, la chiave della porta blu era una stella d'argento. Le osservavo incredula, come quando da bambina osservavo i fiori, così meravigliosi, così incomprensibili.

Un dolore può fare questo?

Far ritrovare le chiavi perdute?

Andai a seppellirle nella mia mente. Entrambe vive e palpitanti. La fiamma e la stella.

Un giorno, quando mi sentirò pronta, andrò a prenderle e inizierà una nuova storia.





venerdì 26 gennaio 2024

L'orologio

 Il cielo si spezzava in centinaia di nuvole. Aveva piovuto da poco.

Julia si affacciò alla finestra e vide l'arcobaleno. La bambina adorava gli arcobaleni e sapeva che c'era una leggenda antichissima, gliel'aveva raccontata sua mamma. 

- Se si riesce a raggiungere il punto in cui nasce l'arcobaleno si può trovare il tesoro nascosto dagli gnomi. Ma bisogna essere veloci, velocissimi. L'arcobaleno finisce in fretta. -

Julia amava quella storia e amava i colori soffusi dell'arcobaleno.

Voleva vedere il tesoro segreto, voleva arrivare là dove ha origine tutto.

Si mise l'impermeabile giallo e uscì di casa. Non c'era nessuno del resto, mamma e papà erano al lavoro e lei era sola, là sotto al cielo così immenso. Correva per i campi, con quei colori nella testa. 

Doveva fare in fretta. 

Attraversò il pioppeto e infine si ritrovò davanti una cascata di luci multicolori. 

Era ancora più bello di quello che aveva immaginato.

Viola che sfuma nel blu, blu che abbraccia l'azzurro.

Julia piangeva senza accorgersene. Una lacrima le usciva dall'occhio sinistro, ma lei non ci fece caso. 

Cercò il tesoro, ma non c'era traccia d'altro. C'erano solo i colori immensi e una piccola scala che portava su, in alto.

Forse il tesoro era là, forse doveva salire.

Così fece. Scalino dopo scalino Julia andò su.

Verde che diventa giallo, giallo che si trasforma in arancione e poi in rosso.

Julia si sentiva appagata. Si sentiva leggera, forse non sarebbe tornata più giù, sarebbe rimasta lì per sempre, forse era questo il tesoro? 

Era diventare altro? Era diventare colore?

I suoi pensieri si fermarono perchè Julia scorse una casa maestosa. Sopra la casa c'era un grande orologio dalle lancette dorate. 

La porta era aperta e la bambina entrò: c'erano grandi stanze con tavoli pieni di frutti dai colori bizzarri: fragole blu, mele viola, limoni rossi.

Julia saltellava rapita in quel mondo pieno di specchi. Negli specchi si vedeva capovolta e con vestiti diversi. Era lei? E in quale giorno? In quale tempo?

Ebbe la sensazione di non essere sola. Qualcuno la stava osservando. Ma chi era? E perchè non usciva dall'ombra?




L'orologio dalle lancette dorate suonò tre rintocchi. La casa iniziò rapidamente a perdere i colori, diventava bianca. Julia uscì e vide che anche l'arcobaleno stava sbiadendo, diventava sempre più pallido e incolore.

Julia scivolò.

Giù, senza speranza. 

Giù.

Piccole gocce d'acqua nel cielo e lei.

Julia si ritrovò nel prato, fradicia, incredula. In alto c'erano solo nuvole lontane e l'azzurro sbiadito di sempre. 

Julia avrebbe potuto piangere, battere i piedi, ma rimase assorta a guardare il lento movimento delle nuvole.

Julia era diversa, aveva visto i colori, la grande casa e l'orologio del tempo. 

Julia ora sapeva.

Sapeva tutto e non voleva dimenticare.

Si precipitò a casa e prese il suo quaderno: si mise a disegnare ogni cosa, a colorare, a piangere e a ridere allo stesso tempo. 

Ora aveva nel cuore il grande segreto e niente sarebbe stato più come prima. 

- Il tempo, il battito del cuore, il respiro. -

La sua finestra si colorava d'estate anche durante l'inverno.

Un frammento di arcobaleno era rimasto per sempre incastrato in lei.