domenica 18 dicembre 2022

La porta di ghiaccio

 Tutti gli specchi rivelano una parte del tutto.

Ci sono scale nascoste negli specchi, porte, passaggi.

Spesso non li vogliamo vedere, distogliamo lo sguardo, ignorandoli.

Io un giorno ho visto una porta di ghiaccio. Ho sfiorato la superficie del vetro e sono entrata.




Faceva freddo, un gelo millenario che entrava nelle ossa e si depositava dentro.

Gli occhi coperti di brina. Era troppo tardi per tornare, dovevo trovare l'uscita per sopravvivere.

Un giardino di neve, pesci congelati nel laghetto, il mio respiro sempre più breve.

Non c'è più tempo.

Non c'è più tempo.

Tutta la mia vita in brevi fotogrammi. Troppo veloci per essere capiti. Mani di bambina, giochi, strade di periferia, occhi, baci, grida, vetri rotti, silenzi.

Il buio.

La notte.

Il battito del mio cuore.

Solo quello nel nero.

Il mio battito.

Il mio respiro.

Petali screziati che si aprono nella neve.


Il risveglio nel letto, un sudore gelato su tutto il corpo.

Sono ancora viva, sono tornata.

Sono ancora viva.

Lo specchio davanti a me mostrava il disgelo.

Il giardino innevato si scioglieva lentamente, gocce d'acqua scorrevano sugli aghi di pino, il ghiaccio si stava trasformando.

Un respiro alla volta. Una goccia alla volta.

Ritornai a respirare.






martedì 15 novembre 2022

November song

Tu eri la mia salvezza o la mia fine.
Non riuscivo più a capirlo. 
La guerra dentro di me. Proiettili per terra, ancora inesplosi, ma forse, ancora per poco.
Sudato, vivo.
La città è un deserto grigio.
Le luci nelle case mi parlano di un calore antico.
E io, come un esule, per le vie, da solo.
Il mio viso crocefisso, il solco del dolore sulle guance.
Ricordo quando me le accarezzavi, come se fossi un bambino o qualcosa di prezioso, da non rompere, da non guastare.
E allora ci sorridevamo e la stanza diventava un giardino d'estate.
Dalle pareti fiorivano ricordi e io e tu, nient'altro nel nostro universo.






Perché i miei errori ora pesano sul cuore stanco, invecchiato.
E tutto ciò che sono stato con te diventa una canzone, una maledetta canzone che mi ripeto per non impazzire.

Arriverò fino da te e non ti chiederò niente, non ti dirò neanche una parola, solo ti guarderò e tu capirai.
Vedrai le mie mani vuote, aperte verso di te, vedrai i miei occhi pieni di te, di te, di te e forse mi farai entrare, forse.

La guerra là fuori, il dolore, la nebbia bianca e noi, sopravvissuti alla fine del mondo, ci abbracceremo.




sabato 15 ottobre 2022

Mirror song

 Specchio crudele, 

mostrami chi se ne è andato e non ritornerà più.

Mostrami quei giorni,

(non sapevamo che fossero giorni speciali).

Specchio crudele, 

mostrami le case che abbiamo dimenticato,

i corridoi, 

i giardini nascosti.

Mostrami l'autunno lento della mia vita, 

mostrami il cadere silenzioso delle foglie,

e i sorrisi di oggi, 

prima che svaniscano, 

gocce nell'acqua.



Mostrami ancora una volta 

il fiume della mia vita, 

talvolta così impetuoso,

lasciami così, 

immersa nell'acqua gelida, 

viva.

Lasciami così,

a guardare le nuvole.


Mostrami il presente,

che è tutto ciò che abbiamo;

mostrami l'amore, 

le mani, 

le ombre sui corpi,

i fiori dell'inverno.

Specchio, 

non tradirmi, 

rivelami ciò che sono, 

solo così potrò capire,

solo così potrò riconoscermi.






sabato 17 settembre 2022

Dopo la guerra

Cosa si pensa in guerra?

Forse a sopravvivere.

Portare avanti i giorni e le notti.

Arrivare ad aprire gli occhi al mattino. Proteggere chi ami, fino alla fine dei bombardamenti.

Cosa si pensa quando la guerra è finita?

Ad amare.

Ad amare chi è stato lontano per tanto tempo e ti ha aspettato.


Immagino allora mio nonno e mia nonna. Lei sfollata a Roma, dichiarata città aperta, 

lui in Germania in un campo di lavoro, arrestato su un treno, l'8 settembre del '43.

Poi la liberazione e lui che torna finalmente a casa, a Messina, zoppicando.

Vivo.

E lei, viva.

Si abbracciano.

E la guerra scivolò via, per un momento, via da loro.


Guardo questa foto. 

All'epoca le foto erano rare. Preziose.

Guardo i loro sorrisi, due ragazzi sopravvissuti alla guerra, in mezzo agli amici, 

una sola foto, ma basta.

La calca, gli abbracci, la voglia di farcela.

La gioia di chi ha visto la morte e adesso ha solo voglia di vivere.

Forse è solo questo che conta.





mercoledì 10 agosto 2022

Dorotea, la città precipitata.

 Dorotea era una città celeste, lo raccontano le antiche leggende.

Nel suo remoto passato gli angeli suonavano melodie delicate tra le vie luminose.

Angeli dalle ali enormi, fatte di luce.

Dorotea brillava al tramonto e chi l'aveva vista, anche solo in sogno, non la dimenticava più.

Ma questo accadde molto tempo fa.

Dorotea precipitò sulla terra.



Tutto quello che c'era di etereo in lei si fece materia, diventò pietra, marmo, cemento.

I suoi abitanti non erano più angeli, ma uomini e donne. Il desiderio dell'altezza e della profondità però non si placò mai in loro e nella loro città.



Fontane nascoste nei cortili, 

finestre nel vuoto, 

cattedrali corrose dal mare e dal vento, 

vicoli incrostati di sogni, 

statue di angeli dallo sguardo triste, verso il tramonto, 

case dai muri curvi, 

volti senza occhi sulle pareti.


Arrivai a Dorotea con il corpo alla deriva.

Lividi, dolori, mancanze.

Andai fino alla sua basilica, sembrava un gigantesco termitaio o un organo nel deserto, ancora incompleto.



Lì c'era ancora la traccia remota della città precipitata.

All'interno grandi alberi s'innalzavano per cercare una luce perduta che, pure un tempo, avevano vissuto.

Quella luce prigioniera mi parlò di tutti i colori del mondo, dei rumori impercettibili dell'universo, della nascita e della morte.

Allora capii finalmente: 

Dorotea non era perduta 

e neanche io.









mercoledì 13 luglio 2022

Raccontami ancora del mondo vecchio

Raccontami ancora del mondo vecchio,
quando attorno al fuoco si ascoltavano le storie.
Raccontami degli spazi sterminati, 
delle corse sotto alla pioggia, 
del tuo tempo e del mio.

Raccontami della speranza
che velava i tuoi occhi quando mi vedevi arrivare.
Raccontami della tua avventura nel mondo 
e io ti racconterò delle mie guerre,
e della strada nel bosco,
della casa e dell'amore, 
mai uguale, sempre diverso.

Raccontami ancora del mondo ingenuo,
quando le parole venivano dette, 
non scritte, non taciute.
Ci ammaliamo lentamente senza dirci niente,
muti come cattedrali nel deserto,
ci vogliamo bene,
senza dircelo.




Raccontami ancora delle estati di un tempo,
delle canzoni cantate nelle strade,
del sale sulla pelle, 
del verde delle foglie negli occhi di chi amavi, 
dei precipizi, 
dei baci, 
delle carezze che non riesci a dimenticare.

Raccontami della fine dell'estate, 
della risacca, 
dei respiri sempre più brevi, 
guardando il cielo che precipitava piano,
lentamente.
Io non mi stanco di ascoltarti, 
raccontami ancora e 
ancora.





domenica 19 giugno 2022

Never let me down

 Pensavamo di poter volare,

pensavamo di poter vedere tutto dall'alto.

Invece non è stato così.

Parole come pietre,

il fuoco che corrode i ricordi,

in fumo ciò che siamo stati, 

in fumo i bambini che eravamo, 

io e te.

In fumo le speranze.

La guerra come unico orizzonte.

Le mani che si aprono, 

vuote.

Troppo dolore per ricominciare.

Siamo caduti,

il volo si è bloccato.

Le ali spezzate, 

il cielo capovolto, 

il mondo bruciato,

una cicatrice profonda, 

sulle città e sui boschi.




L'erba secca, 

le parole taciute, 

i silenzi crudeli, 

come schegge,

 sulle ali ferite.

Le stelle precipitate nel campo,

bagliori nel buio, 

ancora respirano, 

ma è troppo tardi ormai.






domenica 22 maggio 2022

Cuando calienta el sol

 In metro, stanca, grigio e nero fuori dai finestrini.

Entra lui, un uomo tarchiato, dai tratti sudamericani, la pelle del colore del sole, con la chitarra.

Poche note e si apre un ricordo.

Cuando calienta el sol aquí en la playa

Siento tu cuerpo vibrar cerca de mí
Es tu palpitar, es tu cara, es tu pelo
Son tus besos, me estremezco.

Rivedo lui, la sua gamba destra che non gli rispondeva più bene, camminava lentamente. 
Il braccio destro si muoveva parzialmente, la mano non poteva afferrare niente, le dita rimanevano chiuse. 
Lui talvolta ci giocava con la sua mano ferma.
Rivedo la sua espressione felice quando ascoltava i suoi vinili.
Tornava ragazzino.
E a volte metteva questa canzone Cuando calienta el sol.
E lo vedevo lì, vicino al suo mare, al tramonto.
Lo vedevo correre.
Lo vedevo luminoso, come è sempre stato.

Nel vagone della metro è entrato il mare per un momento, un solo bellissimo momento.

Grazie per questo viaggio nel passato, musicista di strada.

Grazie per sempre, papà. 














domenica 10 aprile 2022

La foresta ad aprile

 La foresta ad aprile si risveglia lentamente,

petali bagnati dall'umidità della notte,

muschio che respira, 

arrampicandosi sui nostri corpi,

come quando vuoi gridare forte,

come quando t'immergi nell'acqua dopo tanto tempo, 

come quando i nostri sguardi erano leggermente strabici,

e finivamo per inciampare

cadendo giù, 

nella tana del coniglio, 

ridendo come bambini o come pazzi, 

giù 

a perdifiato.



Respira, 

è solo un momento, 

poi ritorna l'aria

è solo un momento.




La foresta ad aprile

si aprì con tutti i suoi segreti,

piangevamo e ridevamo,

minuscoli sotto alle foglie,

alle felci,

non volevamo fermarci, 

corremmo fino alla fine, 

lacrime e baci, 

fino alla fine.



La foresta ad aprile

è crudele e selvaggia, 

come la primavera, 

brutale e vitale 

come tutti i finali, 

brutale e vitale

come tutti gli inizi. 





martedì 1 marzo 2022

Prendimi e portami via

 Prendimi e portami via

dal fumo e dal suono delle sirene.

Portami via, fino al fiume.

Lo attraverseremo con il cuore che rimbomba nelle orecchie.

La tua mano, 

la mia, 

l'acqua sotto di noi

e l'inferno dietro.

Il cielo insanguinato, 

la macchia si allarga sempre di più.

Uomini vi siete persi?

Avete pugnalato la terra e le nuvole e

ora c'è sangue dappertutto.

Prendimi e portami via, 

nei sentieri dimenticati dalle mappe,

nel bosco.

Respireremo vicini 

e sopravviveremo con il nostro calore.

Domani cosa racconteremo?

Racconteremo del dolore nella città e del terrore negli occhi delle madri e dei padri. Ma racconteremo anche il loro disperato coraggio. 

La storia è crudele e lascia cicatrici su di noi.

La storia è qui.

La stiamo vivendo ora, 

amore mio.









sabato 29 gennaio 2022

L'inverno del ghiaccio

 Ghiaccio sulla mia e sulla tua pelle,

dopo secoli di abbandono,

nell'inverno della nebbia,

densa, intatta,

nell'inverno

dell'attesa,

e del mancato perdono.

Le mani dei bambini

a cercare una chiave nascosta,

a scavare la terra, 

per trovare un passaggio segreto.




Io, te,

nell'inverno pietrificato.

Il tuo respiro mi parla di te,

delle foreste nella neve, 

delle tracce lasciate dai nostri piedi,

delle tane in cui ci siamo rinchiusi, per proteggerci.

Brina su di noi, 

Luna muta, 

stelle come cristalli,

lassù,

a indicare la via.