martedì 16 aprile 2019

Solitudine in La minore

Quando suonavo la chitarra amavo il La minore, era il mio accordo preferito.

Era caldo, sapeva di casa quando rientri dopo una tempesta, sapeva di resina, di bacio lento dopo mesi d'attesa. Sapeva di lacrime dolci, di pelle accarezzata dopo secoli di lontananza, di tramonti e notti sussurrate.

Il La minore era il suono della pioggia dopo settimane di siccità, l'abbraccio con un amico che avevi perduto.




Krzysztof Kieślowski




Il La minore è ora l'accordo perfetto per me e per la mia solitudine.

Nella mia stanza così vuota, nella notte così piena di stelle cadenti che vedo solo io.

Solitudine in La minore per tutti questi giorni, pomeriggi, sere in cui cerco di recuperare il senso di me.

E non so più chi sono.


Prendo la chitarra e ricordo ciò che sono stata: una ragazza malata d'idealismo che voleva cambiare il mondo e suonare per le strade di Lisbona o Parigi, vivendo d'amore e poesia.

Sorrido a quella ragazza, le mie dita sono lì, sulle corde giuste.

La minore ancora una volta per te, per me, per tutti i vagabondi come noi. Per tutto quest'errore che errore non è.



La minore per te che non sei qui

eppure ci sei.





mercoledì 3 aprile 2019

Rosso perduto

Lunedì
Sono solo, vivo, lontano da te; volevi prosciugarmi, non ci sei riuscita. Cosa volevi da me? Parole, immagini, non lo so. Cosa volevi da me?
Vedermi piangere?
Vedermi a terra?
Ti ho disprezzata, ti ho lasciata nel vuoto delle tue stanze, senza rimpianto.
Tu, volevi ascoltarmi, ascoltare cosa poi? Non avevo niente da dirti.
Tu non sei niente, non sei mai stata niente per me.


Mercoledì
Ti ho vista poco fa. Camminavi e guardavi il cielo. Fissavi le foglie nuove sugli alberi, incerta, come pronta a cadere. Ti avrei voluto afferrare, sorreggere. Per un momento, un momento solo.

Perché non ricordo più la tua voce e mi fa male.
Mi
fa
male.



 Carrie Graber



Sabato
La mia vita è perfetta senza di te.
La mia vita è perfetta, è tornata bianca. Con te era rossa, ma il rosso è violenza, ho bisogno di pace e di quiete.
E poi tu non eri mia, non sei mai stata mia.
Continuerò a correre per le vie di questa città. Ignorando gli incendi tutt'intorno a me.

Domenica.
É notte e la luna entra nella mia camera. La luna ha il tuo viso. Tu mi volevi bene, volevi solo accarezzare la mia anima ferita.
E io ti ho mandata via.
Volevi solo accarezzare le mie cicatrici. E farmi sorridere. Ma non posso scoprirmi, togliermi la maschera, mostrarti tutto ciò che sono. Un attore stanco di recitare una parte che non ricorda più, un cantastorie che ha perso la memoria. La luna, gigantesca, è qui e mi osserva, muta.

 Antonio Palmerini


Lunedì
Tu sei qui, a pochi passi da me e mi accarezzi con gli occhi. Non ci avviciniamo, non lo faremo mai, forse? Ma so che mi vuoi bene e che me ne vorrai ancora e ancora, fino alla fine dei tuoi giorni.
Testarda, cocciuta, perdente, eppure così forte. Nei tuoi occhi tutte le foreste bagnate di pioggia. Vorrei restare solo con te, per ore ed ore; ti guarderei, mi piace quando sorridi.
Ma no, non m'incanterai un'altra volta.

- Voglio farti vedere una cosa - mi dici e mi porti fuori, in cortile.
C'è un tulipano ancora chiuso, lo sfiori.
- Presto si aprirà; la vita è fatta di momenti unici, perché la lasciamo scivolare via? - Cieli, deserti, acqua che scorre, rugiada, vene nella terra, rami come fulmini lassù, formiche, sogni infranti, nuvole, destini mancati. Quanto fa male togliersi questa maschera?


Tu sei tutto il rosso, sei il mio sangue, sei parte di me e senza il rosso non si vive, senza il rosso non si vive più.