sabato 23 marzo 2013

dentro lo specchio, un'altra volta.

In certi giorni la realtà si appanna. Gli specchi allora mi rivelano un altro mondo, il mondo delle gallerie scavate nella terra, delle porte da non aprire, il mondo in cui ci sono loro. Non li ho mai dimenticati. Sono giovani, giovani per sempre, come nelle foto in bianco e nero. Non possono parlarmi, ma la loro presenza mi rassicura.

Vedo in loro le corse a perdifiato giù per i campi, vedo le vie anguste che portano al mare, sento le voci dei loro amici, di un'Italia scomparsa. E poi c'è lui. Ma non ci sono parole tra di noi. Il vento disegna qualcosa nel cielo, muove i fili d'erba, io accarezzo la corteccia e so che lui c'è. Eppure fa male questo silenzio.

lunedì 18 marzo 2013

note in margine dopo Libri Come a Roma

Dopo Roma, cosa rimane? Il libro ancora non c'è in libreria, ma questo viaggio mi ha nutrito di visioni e di immagini preziose: la città sottorranea, gli angeli superbi e bellissimi, le strade affollate, le parole gentili e quelle un po' più sfrontate. L'emozione che ha accomunato me e Manuela Lunati, l'idealismo che intravedo in Paola e Gabriella. Il sorriso di Lorenzo e le colonne, infinite, in quella piazza sterminata. I gabbiani come sentinelle, lassù, in quello spazio altro che non ci appartiene.
Roma di marmo e di nuvole fa sembrare la mia Torino un piccolo riflesso sbiadito. Ma non è così, è solo Roma che è sfacciatamente bella, tutto qui.



mercoledì 13 marzo 2013

La stanza sommersa


Salvai il mio silenzio
sostenendo il tuo sguardo.
Ricordai la mia condanna
osservando a lungo la tua rosa
respirare.
La stanza era piena di polvere dorata
lenta.
La stanza era immersa nella nostra acqua.
Aprii uno scrigno di legno
e mi accorsi che non sapevo più piangere 


(Fammi speccchiare ancora. Fammi speccchiare un'altra volta sul vetro. Non era solo un sogno)
                  

                   

venerdì 8 marzo 2013

L'acqua stagna

Piangere non serve
quando l'acqua ti bagna la faccia
e fuori il deserto ha conquistato la città.
Le case hanno occhi ciechi
e tu non sai più qual è la tua strada.



I palazzi potrebbero cadere, ma non te ne importa.
Potresti specchiarti nelle pozzanghere.
Le nuvole là dentro corrono più veloci
e il tuo viso è più giovane.

Sai quanto è importante tutto questo,
quanto è importante ogni singolo istante
eppure ti perdi.
 Le vie sono antiche tracce rimaste di un labirinto immenso.

Vorrei solo poter tornare a casa.

domenica 3 marzo 2013

Ricordi di un passato

Ricordi di un passato

Nacqui un giorno
in un’alba azzurra, come le altre,
nacqui e sporcai le lenzuola.

La madre sedeva nel giardino, il sole declinava lentamente e colorava di arancio caldo i suoi lineamenti.

Le tempeste si placarono. Rimasero soltanto più le cicale, nascoste nei loro nidi d’erba.

Cantalupo 1980, Foto di Oreste Corsi


Rimango

Cammino nelle ombre degli alberi potati
i loro rami sono tozzi
mozzati
E io
bambina deforme
dagli occhi troppo grandi
ascolto le loro vecchie storie bugiarde.