In certi giorni la realtà si appanna. Gli specchi allora mi rivelano un altro mondo, il mondo delle gallerie scavate nella terra, delle porte da non aprire, il mondo in cui ci sono loro. Non li ho mai dimenticati. Sono giovani, giovani per sempre, come nelle foto in bianco e nero. Non possono parlarmi, ma la loro presenza mi rassicura.
Vedo in loro le corse a perdifiato giù per i campi, vedo le vie anguste che portano al mare, sento le voci dei loro amici, di un'Italia scomparsa. E poi c'è lui. Ma non ci sono parole tra di noi. Il vento disegna qualcosa nel cielo, muove i fili d'erba, io accarezzo la corteccia e so che lui c'è. Eppure fa male questo silenzio.
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