Era caldo, sapeva di casa quando rientri dopo una tempesta, sapeva di resina, di bacio lento dopo mesi d'attesa. Sapeva di lacrime dolci, di pelle accarezzata dopo secoli di lontananza, di tramonti e notti sussurrate.
Il La minore era il suono della pioggia dopo settimane di siccità, l'abbraccio con un amico che avevi perduto.
Il La minore è ora l'accordo perfetto per me e per la mia solitudine.
Nella mia stanza così vuota, nella notte così piena di stelle cadenti che vedo solo io.
Solitudine in La minore per tutti questi giorni, pomeriggi, sere in cui cerco di recuperare il senso di me.
E non so più chi sono.
Prendo la chitarra e ricordo ciò che sono stata: una ragazza malata d'idealismo che voleva cambiare il mondo e suonare per le strade di Lisbona o Parigi, vivendo d'amore e poesia.
Sorrido a quella ragazza, le mie dita sono lì, sulle corde giuste.
La minore ancora una volta per te, per me, per tutti i vagabondi come noi. Per tutto quest'errore che errore non è.
La minore per te che non sei qui
eppure ci sei.
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