sabato 16 maggio 2020

Fragile e rosso

L'estate era iniziata e noi neanche lo sapevamo.
Confinati in casa da mesi, consolati solo dalle voci attraverso gli schermi, le voci amate.
Gli schermi ci riportavano le immagini dei volti, ci salutavamo, ridevamo e sempre sentivamo di aver perso qualcosa.
Il contatto.
Toccare.
Eravamo tutti diventati intoccabili.
Ci mancava la pelle, ci mancava l'odore.

Tornai ad uscire che era maggio. Il sole accarezzava le foglie degli alberi e io potevo di nuovo sorridergli. Attraverso il verde delle venature intravedevo la mia vita.
Una serie d'istantanee veloci che non riuscivo più a mettere in ordine.
Io bambina, io donna, io madre, io ragazza, io...

Arrivai al prato, verso il fiume.
I papaveri erano nati, inconsapevoli della loro bellezza, della loro fragilità.
Un giorno e moriranno, ma per quell'unico giorno saranno luce di fuoco nel verde.

Sarei arrivata in fondo alla strada?
E tu dov'eri?
Perché non eri lì, con me?

Io e te e i nostri fantasmi nell'estate mancata.
Tutt'attorno a noi il silenzio dei papaveri e l'aria sospesa.

- Io senza non vivo più.
Senza il sole,
senza il vento,
senza l'aria,
senza l'erba,
senza te,
io non vivo più -








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