giovedì 9 luglio 2020

Oltremare

Là dove il blu è più profondo, dove si perdono anche i ricordi, lì voglio trovarti.


Sofia si era persa per J. Disegnava il suo viso, il suo profilo, la forma del suo naso, l'ombra imperfetta, sempre diversa, sul suo corpo, sulle sue spalle.
Ma lui era lontano, oltre la città, oltre i campi e le periferie.
Là dove finisce la terra e inizia il mare.

Il viaggio fu lungo e crudele. Sofia si perse più volte nei vicoli del paese. Un uomo dai capelli rossi iniziò a seguirla.
Le strade diventavano sempre più strette, le finestre si chiudevano. Chi poteva capirla? Chi poteva sentirla?

L'uomo la raggiunse, le chiese chi era, dove andava? Era una straniera?
Sofia gli disse - Sì, sono una straniera, ma non t'importa dove vado -
Lui le strinse i polsi, ma lei lo morse con rabbia.
- Lasciami stare! - Urlò - so difendermi -
- Non andrai lontano, strega. Questo mondo è maledetto e presto finirà - Il suoi occhi bruciavano, ma in fondo c'era solo più uno stanco dolore.

Sofia arrivò sulla spiaggia. Il vento l'abbracciava, come se fosse tornata a casa.
I gabbiani gridavano nel cielo sterminato, il mare era agitato, dal grigio, al verde al blu.









Lui abitava nell'ultima casa prima del nulla.
Era una casa di legno, la sabbia entrava nelle fessure.
Lei bussò.
Si preparava un temporale; un tuono, un altro ancora.
J. aprì la porta e parve sorpreso.
- Sofia entra, che piacere vederti -
Lei si sentì protetta, come all'interno di una conchiglia sepolta nel mare.

Lui le preparò un tè. I suoi gesti erano lenti e dolci, come chi ha tanto tempo per pensare e per sentire il rumore dell'acqua. 
Sofia gli parlò del suo viaggio, dell'epidemia, dell'uomo dai capelli rossi, ma con lui tutto le sembrò meno violento e sporco, come se lui potesse toglierle un velo davanti alla fronte.

Fuori i colori cambiarono, arrivò l'ombra, la notte e infine la pioggia. 

Lei era felice di essere lì, sentiva le onde, dolci, costanti, come se fossero dentro la stanza.

Si guardarono senza parlare più.
Piccole gocce d'acqua rigavano i vetri delle finestre.
- Non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo - 
- Neanch'io -



Scott Prior


Le mani sanno creare delle storie, le mani sanno plasmare l'argilla, la terra, la creta.
Così le mani di J. sulle sue la riportarono all'origine, ad un calore remoto che credeva di aver dimenticato, ma era lì, dentro di lei. 
Non era mai andato via.









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