venerdì 27 dicembre 2024

Neve leggera

 Erano i giorni del gelo e del ricordo. Io ero rimasta sola. Vagavo per le stanze alla ricerca del perdono, per me stessa e per gli altri. Volevo perdonarmi per tutto l'amore che avevo dato invano, perdonare gli altri per tutto l'amore che non erano stati in grado di darmi. 

Cadeva la neve, ma solo dentro di me. 




Vedevo gli inverni della mia infanzia in una sfera di vetro, lì c'erano tutte le mie paure e i miei sogni.

Il cuore pulsava troppo velocemente, la neve non sarebbe bastata a rallentare i battiti. 

Neve, neve leggera, vieni e portami via, nel tuo incanto, nel tuo mondo ovattato, senza suoni, nè dolori. 

E vedevo nella sfera innevata gli uomini che avevo amato, le loro mani aperte, il mio respiro e il mio desiderio. C'erano statue ghiacciate di me, bambina, ragazza, donna. Io ero ghiaccio e fuoco. Chi può sopportare tutto questo? 

Chi può capirlo?

Nessuno. 

Nessuno può capire il mio ghiaccio e il mio fuoco. E tutte le mie idealizzazioni, i miei castelli di carte che cadevano, uno dopo l'altro. 



Neve, neve leggera, vieni e portami via.

Portami da chi mi ha amato e mi ha aspettato, così tanto che il suo cuore infine è diventato uno specchio scheggiato. E non sa più riconoscersi. 

Neve, neve leggera, portami via, là dove non ci sarà più attesa vana, ma semplice realtà.

Neve, reinsegnami i nomi delle cose, ho dimenticato tutto.

Ho bisogno dell'inverno dell'anima per ritrovare il mio nome sepolto nel gelo.

Neve, neve leggera, parlami ancora, sblocca il mio silenzio, sciogli il mio cuore rimasto sotto strati di ghiaccio. Lì è finito, per proteggersi, per salvarsi. 







sabato 14 dicembre 2024

Senza ali

 La salvezza non c'è stata.

Mi hai fatto vedere la speranza e poi mi hai cacciato giù nel silenzio ghiacciato.

Sono precipitata senza che tu mi tendessi la mano.

Mi hai lasciato cadere,

senza ali.

E io ho visto le montagne distrutte, 

la neve della mia infanzia, 

la casa dalle finestre appannate.

A te non importava

delle mie lacrime, 

dei miei sospiri, 

delle ore infinite passate ad aspettarti.

E io cadendo diventai ghiaccio.

Cadere era dolce, 

non pensavo più a niente, 

sorridevo alla vertigine.

Il mare era vicino, 

tu eri troppo lontano ormai.

Tu e le tue paure che ti mangiavano il cuore.

Io non ho colpa, 

non mi accusare.

Butta fuori tutto il nero che ti divora 

e lasciami planare, 

lasciami la luce.