domenica 5 maggio 2013

tutti giù nel pozzo



Erano gli anni 80 e noi bambini avevamo paura dei pozzi.
In una cavità stretta e profonda era rimasto incastrato un ragazzino come noi, i miei genitori non volevano che noi saltassimo sulla lamiera di ferro perché sotto c'era un buco con una misteriosa caldaia.
Quel luogo era proibito e attraente. Io e i miei cugini volevamo sollevarla ed entrarci.
Immaginavo cosa potesse contenere: c'era una scala che scendeva nel buio e poi? Un prato sotterraneo. L'erba non era verde, i colori erano opachi perché non c'era la luce. E gli alberi erano capovolti, le radici si protendevano verso l'alto alla disperata ricerca di ossigeno. Laggiù i bambini erano liberi, potevano saltare nei pozzi e andare fino in fondo al mondo, senza dover chiedere il permesso a nessuno. I bambini erano così liberi che erano pazzi e battevano i denti. Richiudevo la mia porta immaginaria. E ritornavo ai giocare con i miei cugini nella luce arancione di maggio.




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