La città si svuota, si riempiono le spiagge. La città ha
corridoi infiniti, pieni di speranze e di voglie represse. I superstiti si
aggirano assonnati, forse il sogno che stanno vivendo non gli piace. Vorrebbero
svegliarsi e trovarsi diversi.
È un’estate fatta d’acqua. Temporali improvvisi sconvolgono il cielo; le nuvole sono le splendide, crudeli, protagoniste dell'orizzonte e dei
nostri giorni.
Non fa che piovere. Le gocce sono i ricordi perduti. I
ricordi di chi non c’è più. Scivolano via, sui vetri e sui nostri visi.
Cammino nel silenzio e con me ci siete anche voi, così tanto
amati. Non si possono più sentire le vostre voci, ora adirate, ora sciocche,
ora annoiate… Ma si sentono i vostri pensieri, liquidi, come fatti di nuvole. Mi
mancate. Lo sapete. E l’estate è diventata una terra straniera, parla una
lingua nuova, nemica, ostile. Voi sorridete, ma io non posso capirvi. Voi siete
luce e tenebra, io sono povera carne.
Mi manca tutto di voi e a volte i vostri sussurri non
bastano, ma non importa. Questa quiete finirà, la città tornerà ad agitarsi, il
frastuono coprirà i vostri pensosi silenzi. Eppure non passerà questo
desiderio, non passerà quest’ossessione. Dove se ne vanno tutte quelle immagini
che erano dentro di voi? I volti delle persone amate, il mare, quella pedalata
con Fabrizio, l’amico d'infanzia, quella volta in cui tu avevi pianto per lei
e lei se ne era andata. Nell'aria danzano migliaia di frammenti di luce,
pulviscolo, favole incomplete. Forse diventeranno così i nostri ricordi
perduti.
sono arrivata al tuo blog per caso; le tue parole mi regalano scorci che non conoscevo. grazie
RispondiEliminagrazie a te Fioly... Buona giornata...
RispondiEliminaho visto il tuo blog... Mi sa che qualche volta ci capiterò su ;)
RispondiEliminae sarai la benvenuta! a presto
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