Ho perso le forze,
la mia sostanza si disfa nel letto scomposto.
Sono dentro a un labirinto di foglie bianche,
vorticano,
danzano,
non intendono fermarsi.
Io non vorrei precipitare là dentro,
vorrei la solidità del suolo,
la terra sotto di me.
Eppure ora sono dentro questo carillon,
dentro questa giostra inceppata,
ripete sempre le stesse note.
E gli specchi riflettono il mio viso impallidito,
candido come questo cielo senza pace.
Mentre fuori il mondo combatte
una guerra antica e mai risolta.
Il labirinto allora è anche tutt'intorno a me,
ha invaso le strade delle città.
Le città del nord non credevano che l'odio potesse fare così male.
Lo avevano dimenticato.
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