In quei periodi la notte si dilata. Tu, nel letto, distrutto eppure irrimediabilmente sveglio. La notte si popola allora di suoni, parole sussurrate, sguardi che credevi spariti, voci sommesse che ripetono cantilene remote. Non conta che tu sia stanco, la notte ti perseguita.
In quelle ore i fantasmi si siedono vicino a me e raccontano le loro storie talvolta banali, talvolta prevedibili, talvolta così dolorosamente coincidenti con la mia vita.
E a nulla serve maledirli, cacciarli, insultarli. Loro mi accompagnano nella discesa lenta del dormiveglia. Fino al mattino, quando la luce del sole li fa sbiadire.
E per me è troppo tardi.
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