Voi agite sempre con così tanta precisione, voi, lasciatemi perdere, io non sono per i vostri quieti salotti. Io sono fatto per sognare e piangere, per ridere forte, se mi va. Sono fatto per inventare storie in cui si parla di Dio e della debolezza, mia e degli altri. Voi snobbatemi pure, io continuerò a cantare queste canzoni d'amore senza speranza. Io cammino con i miei morti, con loro non sono mai solo.
Loro mi parlano del confine del mondo, mi parlano dei tramonti rossi d'incendio, del mare capovolto, così profondo e verde. Loro mi parlano dei fiori quando si aprono all'alba.
E dell'ingiustizia, del sangue sulle strade, dei corpi affondati.
Bere non serve, eppure non ho più lacrime.
Bere non serve, perché non si può dimenticare tutto questo.
Il mio fallimento, la mia povertà.
Datemi una chitarra, un momento effimero di gioia, un giro di accordi, per sorridere ancora, questa sera.
Così mi fai piangere. Sai sempre come far centro con poche parole.
RispondiEliminaGrazie Federica!! Ho bisogno di incoraggiamento ultimamente. :)
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