tu sei bagliore nel mio silenzio.
Stella, tu mi parli con una voce che conosco,
dolce, facile al riso,
una voce di ragazza, più che di donna,
una voce di bambina cresciuta in alto, tra le vette.
Raccontami allora la sua storia,
stella,
raccontami di quell'infanzia, perduta tra le rocce più alte,
con sua sorella e il bambino dai capelli rossi,
raccontami del cielo,
immenso sopra di lei,
così piccola, così forte.
Parlami di quei giorni di nuvole e pioggia,
sui prati,
delle corse fino a non avere più fiato,
su, fino alla cascata, dove l'acqua scava e non si ferma.
Parlami dei pomeriggi nella grande città,
dei suoi vent'anni, della sua incerta scoperta del mondo,
e poi dell'amore,
tu lo sai e brilli con violenza.
Dell'amore.
Gocce sugli aghi di pino,
istanti vissuti,
perle,
sorrisi,
abbracci.
Dimmi, quanto tempo ci è rimasto per tutto questo,
stella.
Tu conosci il segreto di questa magica e dolorosa storia:
vivi ogni istante,
questo mi dici.
Vivi con gioia ogni momento.
Ascolta il rumore dell'acqua,
chiudi gli occhi,
assapora il ritmo del tuo respiro,
ammira il tuo corpo,
così unico, così tuo.
Ama senza risparmio, senza tregua.
Credi fino alla fine alla promessa di un mondo migliore,
realizzala,
per quel che puoi,
per quel che sai,
con i tuoi mezzi.
Nuota, ridi, piangi,
immergiti nell'acqua e ritorna su,
più viva dopo il pianto,
più vera, perchè hai visto l'abisso.
Stella bianca nella notte d'estate,
tu vuoi cantare questa canzone,
così tragica, così incantevole.
E io non farò altro che ascoltarti,
aprendo le mie povere mani vuote,
afferrando l'aria,
imparando le rime
così tanto attese.
Stella, ora vedo il tuo viso,
è un volto di donna,
di ragazza,
di bambina.
Io conosco il tuo nome.
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