Le altre persone scuotono il capo, hanno negli occhi nuvole grigie, senza spiragli.
Potrei cadere. Il pavimento si inclina, a volte e io mi ritrovo così vicino alla geometrica perfezione delle mattonelle. Esagoni, angoli di 120 gradi, linee che mi attraversano. Io sono un prisma.
Sono solo un oggetto in questo mondo di uomini e donne. Un oggetto imperfetto, che non conosco. Una figura senza sfondo, senza ombra.
E quando piove rimango interdetto da tutte quelle gocce, mi lascio bagnare e provo ad ascoltare il suono dell'acqua.
Oggi mi ha parlato degli uragani e delle sorgenti.
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