domenica 24 novembre 2024

Blue labyrinth

 La città era una landa di ghiaccio. Poche persone si aggiravano, superstiti. 

Nel cielo le stelle erano buchi di luci lontane appuntite. E Lara lo cercava come si cerca l'acqua nel deserto. Le vetrine erano piene di oggetti luminosi, ovunque schermi ed immagini. Occhi, labbra, destini troppo veloci per essere visti.

Lara era giovane, eppure era già perduta.

Una ragazzina in una città-labirinto. Beveva per reggere le notti al bar. Spillava la birra, puliva il bancone, riempiva i bicchieri di liquore e rideva per non sentire la voce di Jo dentro di lei. La sua voce, come una maledizione e una benedizione. 




Scorrevano le immagini di loro e di quello che erano stati. Lara e la sua voglia di vertigine quando si avvicinava troppo al precipizio e Jo così ermetico e sfuggente. Un giorno l'aveva visto piangere e per un momento aveva visto nei suoi occhi il bambino che era stato, i suoi giorni amari, la sua infanzia violata. 

E lui aveva visto tutto il suo dolore.

Si erano abbracciati, troppo giovani per morire. Lei gli avevo toccato le spalle e aveva sentito le sue ali.

Erano angeli caduti, conservavano il ricordo della luce, ma poi erano stati cacciati per la loro disubbidienza. Il viso di Jo vicino al suo, il suo respiro.  La dimenticanza.

Lara aveva visto le foreste mentre lo stringeva. Le radici primitive, i laghi, il muschio e lui aveva detto  - Non vorrei che finisse mai -





Ma era finito. La vita era crudele, la città era piena di voci e lui dov'era? Era dovuto partire.  Lei era stata solo una comparsa nella sua vita. 


Camminava, disegnava, mangiava e lui eri sempre con lei, come un compagno silenzioso e invisibile. 

Una notte Lara vide la luna sciogliersi lentamente. Gocciolava in silenzio. Com'era possibile che nessuno la vedesse? Le persone camminavano ignare, gli occhi fissi ai loro schermi, e la luna perdeva gocce di luce nel cielo. 

Fermò un uomo, gliela indicò, lui si allontanò da lei, sospettoso. 

 Rimase ferma, sul marciapiede, forse la vedeva sciogliersi solo perchè stava piangendo.

Era lei il problema. 

Ma il ricordo di Jo la consolò. Andò a casa e gli scrisse una lunghissima lettera in un tempo in cui le lettere non esistevano più. Poi la bruciò. 

Suonò il telefono. Era lui. Le disse che non era finito proprio niente, che sarebbe tornato.

Lara si  affacciò alla finestra. La città era un intrico di linee spezzate rosse e blu. Il mondo era in fermento, le statue si sgretolavano, le mani erano piene di tagli, ma lui c'era. Lui c'era. Questo curava le sue ferite. 

Si specchiò. Era cambiata, era cresciuta. E non aveva più paura delle ombre. 






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