Noi bambini stavamo in casa e giocavamo con le Barbie o i soldatini, a nascondino, a inseguire la gatta o con la condensa sui vetri. Uno dei nemici più spietati dei nostri giocattoli era la lucidatrice, uno strano attrezzo rumoroso che le mamme tiravano fuori quando volevano far brillare i pavimenti. Spesso in quegli anni per terra c'era il marmo, una distesa di frammenti policromi e se ti cadeva qualcosa, auguri a trovarla. A me però piaceva e fingevo di nuotare in quel mare di piccole gocce nere e bianche.
Natale era ritrovarsi con tutti i cugini, quello era il vero spasso. A quell'epoca non esistevano video-games e per forza dovevamo escogitare qualcosa per divertirci. Non era difficile, in fondo. Inventavamo avversari da combattere e ci nascondevamo dagli adulti, le case erano piene di anfratti e di ripostigli.
I nostri genitori fumavano tutti, le stanze erano molto puzzolenti, ma nessuno ci faceva caso. Mio papà suonava i bonghi e due suoi amici la chitarra, non c'era poi così bisogno degli mp3. Le stonature, tra l'altro, erano la parte migliore e sai che risate ci facevamo.
Anche adesso il natale è un momento di festa, basterebbe solo guardare un po' più in faccia chi abbiamo davanti e un po' meno lo schermo dello smartphone. Così, giusto perché è natale.
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