Ma i tuoi occhi, così tenaci, la curva incerta del sorriso, la presa sicura delle mani, il modo che avevi di parlare, ostinato, egocentrico, mi catturarono.
E io quell'inverno scoprii che ero fragile e vulnerabile, come il mondo, là fuori.
Tutto sembrava sul punto di cambiare e io dovevo smetterla di recitare. Tu giocavi con me, mi puntavi una pistola immaginaria e sparavi. Io morivo. Morivo. Morivo. Cento mila volte morivo. E tu ridevi. Quando avremmo finito quell'inutile battaglia?
Era l'inverno delle fabbriche chiuse. Era l'inverno degli scontri e della rivoluzione. Era l'inverno in cui noi perdenti credemmo di vincere. E io e te non eravamo altro che fugaci comparse nella vita degli altri. Eppure cercammo di crescere. Io e te, nell'universo dilatato di una stanza, gli alberi abbattuti tutt'intorno e una canzone d'amore per non impazzire.
Beh , non c'è che dire , è quasi un grido disperato d'una rivoluzione interiore . Una ricerca disperata più di se stessi che d'altro . Però , amica mia , non spendere il tuo tempo per questi meravigliosi shorts e scrivi qualcosa che faccia grattare la cervice a qualche arrogante editore . Eppure io son convinto che anche tu sia di sinistra ! Ciaoooo! .
RispondiEliminaBeh , non c'è che dire , è quasi un grido disperato d'una rivoluzione interiore . Una ricerca disperata più di se stessi che d'altro . Però , amica mia , non spendere il tuo tempo per questi meravigliosi shorts e scrivi qualcosa che faccia grattare la cervice a qualche arrogante editore . Eppure io son convinto che anche tu sia di sinistra ! Ciaoooo! .
RispondiEliminaA me interessano le rivoluzioni, mi appassionano e mi spaventano al tempo stesso. Questi microracconti mi divertono Bruno, sono una sorta di diario interiore. Ho comunque finito il nuovo libro, devo però passarlo tutto al pc perché io i romanzi li so scrivere solo su carta ;)
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