Ho camminato piangendo. Non avevo altro che le mie gambe. Mi avrebbero retto ancora?
Lo sapevo che avevo perso tutto, il tuo amore, la mia casa, i miei amici.
Barattando le mie speranze per un po' di gloria.
Sono un uomo o sono un vecchio? Faccio fatica a andare avanti. Un semaforo lampeggia.
É un occhio allucinato, forse anche lui dovrebbe dormire un po' di più.
Il cielo si spezzava in centinaia di nuvole. Ogni nuvola rifletteva un istante della mia povera vita:
io bambino
io che rido a mia madre
le sue mani chiare, come petali
mio padre
la casa distrutta
le pentole sporche
il vento
il vento ha rotto ogni cosa.
Io ragazzo
lei con me
i prati grigi della città
le strade lunghe quando è notte.
Il giorno in cui ho sbagliato tutto
il suo viso stropicciato
le sue labbra che dicono Vattene
le rughe sul mio viso.
Camminerò ancora, fino a che non avrò capito tutto. Camminerò e uscirò da questa periferia, ci saranno i campi e il sole brillerà sul gelo di questa pianura. Fino alla fine del mondo. Laggiù ci sono le colline e tutti i miei ricordi si apriranno. Fino alla fine del mondo. Forse, allora, capirò.
Foto Milena Poggio
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