Il mio equilibrio è fragile. Cammino per le strade della città e luci inaspettate mi sorprendono abbagliandomi. Vedo giardini nascosti, inesistenti eppure così vivi dentro di me. Si aprono, nella geometria delle vie in cemento, squarci di edera selvaggia, margherite tenaci si aggrappano alla poca terra imprigionata nei vasi, scale contorte rivelano verticali spazi alla ricerca del cielo e della luce. E io desidero con forza qualcosa che ho perso. Non ricordo più il nome e la sua sostanza. Rimane il desiderio e la sua assenza. Come gocce fredde sul viso, quando il tuo corpo è pronto a diventare foglia nuova di primavera.
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