sabato 20 aprile 2013

la libreria comunardi

C'è una libreria stretta e lunga a Torino, vicino a Piazza Castello. In quella libreria io ho lavorato per anni. Precisamente dal 2000 al 2006, anni in cui è nato La memoria degli alberi. Mentre pulivo gli scaffali, sistemavo i libri, spazzavo il pavimento, pensavo ai personaggi di quel racconto lungo, sempre più intricato. La libreria Comunardi è, da sempre, un territorio fuori dal tempo. Là dentro sopravvive un'idea antica di rivoluzione laica, indipendente, vagamente anarchica.

Per anni ho ascoltato teorie interessanti sui palestinesi, sul governo italiano in balia dei poteri di sempre, sul g8 di Genova, sulla Fiat e, naturalmente, sul Toro. É infatti, anche una libreria integralmente granata. Durante le partite del Toro io potevo tutto sommato sonnecchiare perché il proprietario era troppo attento alla radiocronaca per accorgersi di me.
Se perdeva il Toro però il suo umore diventava inevitabilmente cupo e a quel punto era meglio rigare dritto.

La Comunardi è stata la mia libreria per anni, non potevo presentare La memoria degli alberi da un'altra parte. Così si aggiunge una nuova storia alla leggenda di questo luogo, ultimo avamposto di un' idea di libreria come luogo di diffusione del sapere rivolto a tutti, diffusione anche di quel sapere che, talvolta, è tenuto nascosto, perché ritenuto pericoloso.





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